A cura di Alessandro Petracca, Consigliere Sezionale A.N.A. Cuneo
Sull’onda lunga dell’ottantesima Adunata degli Alpini a Cuneo, domenica 6 settembre 2009, in occasione dell’annuale incontro dei Reduci della Divisione Alpina “Cuneense”, al Santuario di San Maurizio di Cervasca (Cuneo), ha avuto luogo la traslazione dei resti mortali dell’Alpino Antonio Isoardi, originario di Canosio (Alta Valle Maira, Cuneo), per avviare le pratiche affinché il luogo diventi Sacrario: l’importante obiettivo era stato progettato ed auspicato dalla Presidenza del Comitato Organizzatore dell’Adunata degli Alpini a Cuneo, e da allora il Santuario è stato oggetto di alcuni lavori di ristrutturazione quali il rifacimento del tetto, la pavimentazione all’interno della Chiesa e la tinteggiatura esterna. I lavori cominciati prima dell’Adunata del 2007, sono proseguiti grazie ad una somma di denaro “risparmiata” dal Comitato Organizzatore e affidata alla Sezione A.N.A. di Cuneo, che, oltre a coordinare i lavori, ha avviato le pratiche per le varie autorizzazioni ministeriali al fine di ottenere la traslazione dei resti mortali di un Caduto in terra di Russia all’interno del Tempio. La scelta cade sull’Alpino Antonio Isoardi, nato a Canosio il 14 ottobre del 1916, morto in Russia nella zona di Walujki, nell’ultimo combattimento della “Cuneense”. Antonio Isoardi, sepolto in una fossa comune, diventata poi un campo di girasoli, viene ritrovato ed identificato grazie al suo “piastrino” di riconoscimento. Riportato in Italia nel maggio del 2008, viene sepolto nel suo paese di origine con gli onori militari. I suoi diretti parenti, che vivono in Toscana, vengono contattati dalla Presidenza dell’A.N.A. di Cuneo ed acconsentono al trasferimento del loro caro presso il Santuario.
Un po’ di storia – “ Il Colle di San Maurizio di Cervasca, facente parte delle Prealpi Cuneesi, è noto per l’ampia visuale panoramica sulla pianura sottostante, dalla quale dipartono le sue quattordici valli, mentre, in lontananza, sfumano le colline delle Langhe e i contrafforti delle Marittime: tenendo conto di queste caratteristiche, nel 1938 gli Alpini della Sezione A.N.A. di Cuneo, con a capo l’indimenticabile avvocato Dino Andreis, hanno voluto adottare il Santuario di San Maurizio per ricordare i loro Caduti, in particolar modo quelli del primo conflitto mondiale. In loro ricordo furono piantati innumerevoli alberelli di pino e alla loro ombra sorgono piccole croci. L’iniziativa suscita grande fervore e anche dai paesi vicini tante famiglie eleggono San Maurizio a luogo di ricordo e memoria per i loro Caduti. Oltre ad un Santo protettore, quasi contemporaneamente gli Alpini eleggono a loro protettrice “la Madre di Cristo”. Mentre si stanno battendo nel fango e nella neve d’Albanìa, gli Alpini della “Cuneense” chiedono ai loro Cappellani che venga loro dedicata una Madonna. Sarà Don Guido Maurilio Turla, Cappellano del Battaglione “Saluzzo” a coniare, avvalendosi dell’opera del pittore Torinese Guglielmo Favaro, la figura della Vergine con in grembo il Bambin Gesù, assisa su un trono di nubi: la “Madonna degli Alpini”. La felice realizzazione riscuote l’approvazione dell’allora Ordinario Militare Mons. Bartolomasi e il consenso commosso degli Alpini. L’immagine viene riprodotta su cartolina e su una medaglietta di alluminio. Una di queste medagliette viene donata a ogni Alpino che prese parte alla tragica spedizione in terra di Russia … Finita la guerra gli Alpini della Sezione A.N.A. di Cuneo pensano che la sacra immagine possa avere la sua collocazione migliore sul Colle di San Maurizio, accanto al protettore delle Truppe Alpine. Il 3 novembre 1946, con una grande manifestazione alpina, ve la portano in forma solenne, salendo a piedi il colle, allora solo servito da una mulattiera … Da allora, la prima domenica di settembre, ogni anno si rinnova, da parte degli Alpini e non solamente quelli della Cuneense, un devoto pellegrinaggio al Santuario … Nel 1957, con un progetto ardito e lungimirante, iniziano i lavori di costruzione dell’attuale strada e il totale rifacimento del Santuario, con l’aiuto significativo degli Alpini in congedo della Sezione e di quelli in armi: la solenne dedicazione del Tempio alla Madonna degli Alpini e a San Maurizio da parte del Vescovo di Cuneo Mons. Esilio Tonetti, svoltasi il 10 settembre 1961, riunisce sul Colle migliaia di Alpini e familiari dei Caduti”.
(Fonte: opuscolo “ Santuario Madonna degli Alpini, custode della memoria della Divisione Alpina Cuneense” – Cuneo, Maggio 2007)
L’impegno degli Alpini dei vari gruppi e della Sezione di Cuneo, ha fatto si che il Santuario potesse essere fruibile nel tempo a tutti coloro che hanno a cuore il ricordo dei tanti Alpini dispersi o deceduti nei vari fronti di guerra. Si arriva così alla vigilia dell’Adunata Nazionale degli Alpini a Cuneo ed il Santuario torna a splendere grazie all’iniziativa presa dal Comitato Organizzatore, che a distanza di due anni, finalmente, si prepara a trasformare il sacro luogo in “Sacrario Nazionale”. Sabato 5 settembre 2009 l’urna contenente i resti dell’Alpino Isoardi Antonio viene trasportata presso il Sacrario del 2° Alpini che si trova all’interno della Caserma “Cesare Battisti” a Cuneo, scortata da un drappello di Alpini in armi, dal Presidente della Sezione A.N.A. di Cuneo Antonio Franza, da alcuni membri del Consiglio Direttivo e da Alpini in congedo con i gagliardetti dei loro gruppi. Domenica 6 settembre, una giornata di luce tersa, vede arrivare il corteo accompagnato da una staffetta alpina, nell’ultimo tratto per giungere al Santuario. L’urna, avvolta nel tricolore, portata a mano da un Alpino in armi, prende posto davanti all’ingresso della Chiesa. Di fronte, alcuni Reduci della “Cuneense” tengono in mano un girasole, simbolo del campo dove l’Isoardi fu sepolto. All’alzabandiera l’urna è accompagnata dall’Alpino in armi di fronte al cippo con gran croce ed il pennone per il tricolore, seguono le autorità civili, militari e religiose. Circondata da gonfaloni comunali, da vessilli sezionali e da una miriade di gagliardetti, ha inizio “Fratelli d’Italia”, cantata da tutti i presenti: l’atmosfera è ricca di emozioni e i tutti ascoltano con rispettoso silenzio i vari interventi. Il Sottosegretario agli Interni Michelino Davico e il Vicepresidente della Sezione A.N.A. di Cuneo Romano Marengo hanno ricordato la tragedia della Divisione “Cuneense” in Russia, dalla partenza dalle locali stazioni ferroviarie all’arrivo sul Don, dalle battaglie in campo aperto alla ritirata a 40 gradi sotto zero, fino alla morte di 13.470 Alpini della “Cuneense”, insieme a 6.730 della “Tridentina”, 9.790 della “Julia”, 6.840 della fanteria “Vicenza”. Il Sindaco di Cervasca sottolinea l’importanza di questa cerimonia che consacrerà il Santuario di San Maurizio a Sacrario Militare per perpetrare ancora di più la memoria dei Caduti. Commovente l’intervento del Sindaco di Canosio, Signor Colombero, che ringrazia i parenti del defunto, i nipoti Simone e Pia Clementina Valacchi, per aver concesso la traslazione e la tumulazione della salma, assicurandoli che, anche se i resti mortali sono stati portati al Santuario, il cuore di Antonio rimarrà sempre là, nel luogo da dove partì per la guerra, la località l’Ubac del Comune di Canosio, dove i suoi genitori aspettarono invano il suo ritorno. Negli interventi del Consigliere Nazionale A.N.A. Bruno Gazzola e del Presidente della Sezione A.N.A. di Cuneo Antonio Franza, sono stati ringraziati i Reduci presenti per il sacrificio sopportato in terra di Russia, e tutti coloro che si sono impegnati nei lavori al Santuario. La Messa all’aperto, celebrata dal Rettore del Santuario Don Beppe Panero, ha avuto durante l’omelia un momento particolarmente emozionante quando Don Rinaldo Trappo, ultimo Cappellano della Divisione “Cuneense”, ha chiesto la parola per sottolineare il dramma delle madri che hanno atteso il ritorno dei loro figli, e per ricordare che le donne russe hanno dimostrato una profonda carità cristiana e hanno contribuito a salvare tanti italiani nel freddo inverno russo. Dopo la messa la cerimonia è continuata con la tumulazione dell’urna all’interno del Santuario: il corteo è entrato in chiesa e, dopo la benedizione di rito, l’urna è stata deposta sotto la pavimentazione in una nicchia ricavata al fondo della chiesa e suggellata con una lastra in marmo di Carrara donata dai familiari del Tenente Maurizio Meinero, Reduce di Russia, scomparso nel 1987, anche a ricordo dei Carrarini che militarono nei ranghi della “Cuneense”. A conclusione della cerimonia un lungo applauso di tutti i presenti saluta le autorità convenute ed i Reduci, prima del commiato. Scendendo la scalinata che porta al Santuario, attraverso croci, cippi e lapidi, si conclude la commemorazione che ha posto le basi per elevare a Sacrario, definitivamente, il luogo, onorando la volontà dei fondatori dell’Associazione Nazionale Alpini, al motto “PER NON DIMENTICARE”.
Fonte: “La Guida , settimanale cattolico del Cuneese, settembre 2009”
Su invito del Presidente della Sezione A.N.A. di Cuneo Antonio Franza, il Gruppo Storico “Alpini del Dôi” ha presenziato alla cerimonia. Data la particolare manifestazione, si è deciso di partecipare come “picchetto armato”, con l’uniforme in panno grigioverde modello ’40, con cui il Regio Esercito entrò in guerra, come quella indossata dall’Alpino Isoardi durante i fatti d’arme in Russia. Il nostro equipaggiamento è stato limitato alle buffetterie e al moschetto mod. 1891, presentato in vari modelli. Per l’occasione, una parte dei figuranti ha rappresentato ufficiali, sottufficiali ed alpini, mentre altri hanno rappresentato gli artiglieri alpini. Particolare l’uniforme originale da Capitano degli Alpini modello 1934, in gabardine, presentata con sciarpa azzurra e con il cappello “piatto” recante l’aquila dorata. Da cerimoniale siamo stati schierati sotto gli archi e lungo il muro del Santuario, in attesa del passaggio con l’urna avvolta nel Tricolore. Dopo il passaggio del Vessillo Sezionale di Cuneo, degli Alpini in armi, dell’Alfiere con bandiera “Divisione Alpina Cuneense”, dell’urna e della staffetta alpina, implotonati per due, ci siamo schierati sul lato destro e sinistro dell’ingresso al Santuario. Durante l’intera cerimonia abbiamo eseguito gli ordini impartiti agli Alpini in armi e alla fine della cerimonia, commovente l’abbraccio con i Reduci, in particolare con Don Rinaldo Trappo, che ci ha concesso di farsi fotografare con noi. A conclusione di questa particolare giornata, resta l’emozione di aver potuto presenziare in modo serio nel rispetto della memoria di tutti coloro che con l’uniforme grigioverde hanno combattuto, sofferto e sono morti sui vari fronti di guerra.
Le foto sono disponibili nella sezione Gallerie - Gruppo storico.