All’interno delle Sale Storiche degli Alpini Cuneesi presso la vecchia stazione di Cuneo-Gesso, si custodiscono i cimeli, i documenti, ma soprattutto le storie di alpini che nel tempo hanno servito ed onorato le Truppe Alpine. Nella ricorrenza del Centenario della Prima Guerra Mondiale 1915/18 ricordiamo la figura del Colonnello Ernesto Bassignano, grazie al lavoro del nipote sig. Mario Maffi, Ufficiale del Genio Alpini nel 1957 e nostro socio del gruppo A.N.A. “Cuneo centro”, che ha curato un interessante libro sulla epica figura del nonno (tra l’altro mai conosciuto).
Ernesto Bassignano, cuneese, classe 1870, Ufficiale degli Alpini, servì sotto le armi tra il 1892 e il 1919, e grazie alla sua ricca documentazione originale e iconografica, si deduce che Ernesto è orgoglioso, entusiasta della vita militare, sicuro di sé e delle proprie capacità personali e professionali, fiducioso nelle istituzioni, liberale e giolittiano, da buon piemontese.
Il 23 Maggio 1915 è in “territorio dichiarato in istato di guerra” col 2° Alpini, Battaglione Dronero, 17° Compagnia. Il 04 Giugno 1915 (pochi giorni dopo la dichiarazione di guerra all’Austria-Ungheria) la 17° Compagnia è comandata a contrastare alcune pattuglie austriache trincerate sotto il Passo Sesis, che si trova sopra le sorgenti del Piave, zona Alpi Carniche. L’azione prevede la presa del Passo con due plotoni alpini, ma è necessario che qualcuno arrivi sulle postazioni nemiche e li distragga: Bassignano (allora Capitano) incarica il Tenente Giorello, il più anziano della Compagnia, che si offre volontariamente a scalare il Passo …”Si prenda chi crede fra i migliori arrampicatori, corda manilla, piccozza, bandiere di segnalazione e partenza di notte alle ore 3.00” Viene scelto il Caporal Maggiore Pastore Antonio, classe 1890, di Elva, alta Val Maira, buon arrampicatore con pochi suoi compaesani, svelti e arditi. L’azione riesce e Pastore occupa uno sperone roccioso a quota 2210 che domina la “casera Sesis” e da lì riesce a dare protezione all’avanzata dei due plotoni, sparando verso le trincee austriache per attirare su di sé l’attenzione del nemico e distrarlo così dalla sorveglianza sul fronte…l’inizio del fuoco da parte della pattuglia Pastore era avvenuto alle ore 08.45, alle 09,30 i due plotoni erano padroni del Passo …. Bassignano viene proposto per una Medaglia d’Argento e da quel momento il suo stato di servizio ce lo presenta come un ufficiale ottimo e brillante, lucido e coraggioso; viene anche ferito gravemente in combattimento sull’altipiano di Asiago nel Giugno 1916, due volte decorato al Valore, sino all’Ottobre 1916,.
Successivamente, al comando di un battaglione di territoriali (alpini veronesi) del “Val d’Adige” si verificarono proteste e diserzioni di uno o due giorni. Una situazione di emergenza non rara, soprattutto considerando che il Battaglione era costituito dalle classi più anziane richiamate e molti erano sposati, tanti i padri di famiglia e che si trovavano in trincea da mesi in un fronte di prima linea senza aver avuto più permessi, né licenze e quindi non avevano più visto una persona cara. Quindi durante il trasferimento in tradotta per arrivare sulla linea del Pasubio, molti sapevano di passare davanti ai loro casolari: e arrivando in prossimità delle stazioni, mentre il treno rallentava, qualche alpino cominciò ad allontanarsi saltando dalle carrozze… a Schio, Bassignano schiera la truppa e conta 51 alpini fuggiti… nei giorni che seguirono, la maggior parte dei fuggitivi rientrarono con mezzi di fortuna, alla spicciolata, al proprio reparto…in realtà non si trattava di diserzione di massa e i sentimenti umani, prevalsero sul senso del dovere…un fatto increscioso, ma abbastanza frequente nei trasferimenti di alpini che passavano vicino a casa… un comandante di truppe alpine che avesse condiviso bufere, trincee d’alta quota e assalti impossibili con i suoi uomini, come Bassignano, non si sarebbe mai sognato di reagire all’indisciplina talvolta scanzonata con fucilazioni sommarie ( la famigerata “decimazione”): esistevano altri sistemi punitivi magari ad alto rischio, ma necessari. Bassignano ebbe la sventura di dover rendere conto al comandante di Divisione Gen. Andrea Graziani, il Generale “fucilatore” che gli chiese subito…”Quanti ne hai fucilati?”…”Nessuno!”.. la risposta di Bassignano…”Ella non è all’altezza del suo mandato!”…Poi lo liquidò perché aveva il merito di aver ristabilito l’ordine senza fucilazioni. Il giorno 15 Ottobre 1916 Bassignano venne rimosso dal comando e trasferito ad altro reparto.
Dopo qualche tempo, quando tutto sembrava ormai superato e nulla lasciava presagire al peggio, Ernesto venne raggiunto dall’esonero. Fu un colpo inatteso, che con la fine della carriera portava con sé il dissolvimento delle certezze verso un mondo- quello militare – nel quale Bassignano aveva creduto e al quale aveva dato tutto sé stesso.
Con la pubblicazione del libro “l’onore di Bassignano” il nipote Mario , con tenacia e certosina pazienza ha trascritto centinaia di documenti dell’archivio Bassignano, ricostruendo la vicenda personale di questo Ufficiale decorato con Medaglia d’Argento, di Bronzo e Croce di Guerra al Valor Militare. Nel dramma della Guerra, un certo numero di esoneri ingiusti è normale, Bassignano non fu l’unico Colonnello liquidato ingiustamente senza sua colpa: questo è un aspetto della Grande Guerra sempre dimenticato e che Mario Maffi evidenzia con la sua ricerca per dare appunto “onore” ad un uomo sopravvissuto al conflitto “vittorioso”, nel quale si era distinto per coraggio, ma dal quale, paradossalmente, ne uscì distrutto.
Per approfondimenti: L’onore di Bassignano” a cura di Mario Maffi -- 2010 – Gaspari Editore- Udine - www.gasparieditore.com